Anche in emergenza, la scuola è innovativa, inclusiva e intelligente
Istituto Comprensivo “Nicola Ronchi” è una piccola scuola della Città Metropolitana di Bari con Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di primo grado. La comunità educante, docenti, alunni, famiglie e stakeholders, è attenta e partecipativa.
All’inizio dell’anno scolastico si era intrapreso insieme un percorso che puntava verso obiettivi di innovazione delle infrastrutture digitali e delle metodologie didattiche. Obiettivi di Crescita Intelligente, Innovativa e Inclusiva che sono risultati in perfetta sintonia con le, purtroppo, mutate situazioni emergenziali.
È così, infatti, che lo stesso giorno in cui chiudevano le prime scuole in Italia, il 22 febbraio, si convocava il Collegio dei Docenti per discutere, tra i diversi punti all’ordine del giorno, l’adozione di Linee Guida per la Didattica a Distanza (DaD). Si trattava solo di riunire tra loro e condividere le istanze e le riflessioni maturate nei mesi precedenti. Grazie a ciò quando, il 5 marzo, la sospensione delle attività didattiche è stata estesa a tutte le scuole d’Italia, era già implementata per tutti gli alunni la piattaforma di DaD. E per tutti si intende proprio tutti, dai 3 ai 13 anni, gli alunni, per i più piccoli con il necessario aiuto e supporto dei genitori, si sono ritrovati senza soluzione di continuità di nuovo a scuola.
Una scuola diversa? Sì, certo.
Ma la scuola non è un luogo fisico quanto piuttosto uno “spazio” che promuove apprendimenti, competenze disciplinari e relazioni fra gli studenti e fra questi ultimi ed i docenti. E così, preservando lo “spazio educativo”, si è ottenuto un importante risultato: vedere gli amici, i docenti e le maestre, pur nella diversità dei modi e dei tempi, ha permesso di rimarcare l’importanza delle relazioni come elemento fondativo di una comunità.
Io stesso sono rimasto sorpreso dall’entusiasmo e dalla partecipazione dei primi giorni. La partecipazione attiva degli alunni, con il contributo delle famiglie, e con la guida di un gruppo di docenti “tosti” ha reso la rielaborazione dei contesti scolastici quasi un gioco da ragazzi.
Indice degli argomenti
Le difficoltà incontrate e superate
Ma non possiamo negare le difficoltà incontrate e superate, e quelle in via di risoluzione.
Parola d’ordine, coinvolgimento
La prima ha riguardato il coordinamento tra tutte le linee verticali e orizzontali di cui è composta l’organizzazione scolastica. Per evitare che le buone intenzioni (ottime, anzi) dei docenti venissero applicate in ordine sparso, e le interconnessioni adottate con alunni e famiglie venissero poi negate a livello dei referenti delle mediazioni culturali, si sono prontamente coinvolti gli organi collegiali, collegio dei docenti e consigli di classe, interclasse e intersezione.
Le decisioni in merito alle modalità valutative della DaD e alle metodologie didattiche più idonee, unitamente all’adozione di un nuovo sistema di messaggistica per team ha consentito di consolidare il senso di appartenenza, far confluire il flusso di lavoro dei docenti nella direzione condivisa e migliorare più in generale l’esperienza lavorativa.
Dispositivi elettronici in comodato d’uso
Alcuni alunni lamentano difficoltà tecniche che vanno dal disporre unicamente di uno smartphone per seguire le lezioni a distanza alla mancanza di contratti di connessione dati adeguati al momento. Stabiliti i criteri di accesso ai dispositivi elettronici dell’Istituto e alle opzioni di connettività in Consiglio d’Istituto, e individuati preventivamente i bisogni (attraverso l’attento monitoraggio delle classi virtuali), abbiamo consentito a tutti gli alunni di fruire al meglio di questa scuola distante ma vicina nei fatti. La consegna dei dispositivi elettronici in comodato d’uso è stata accolta positivamente, quasi con sorpresa, dalle famiglie.
La DAD è una scuola diversa
Nessuno di noi ha mai studiato come essere un formatore a distanza, neanche chi tra noi era più pronto nelle metodologie e tecnologie. L’animatore digitale e il team per l’innovazione digitale hanno subito riorganizzato l’azione di formazione interna del PNSD alle nuove esigenze, fornendo il necessario supporto, in modo da consentire ai docenti di ampliare il ventaglio di strumenti a disposizione per la DaD. La DaD non è una ripetizione dei moduli orari in presenza, non è didattica trasmissiva ma per sua natura è una didattica per competenze. Non può essere fast ma, piuttosto slow, perché non c’è niente di più indicato di essa per rispettare i ritmi di apprendimento degli studenti.
In sintesi, siamo tutti consapevoli che la DaD è una scuola diversa. Siamo consapevoli che non si può fare DaD con le categorie di solo poco tempo fa.
Nuove responsabilità per tutti
Le famiglie hanno compreso che se prima la scuola diventava quasi un demandare al proprio ruolo educativo (senza generalizzare ma possiamo affermare che in termini percentuali questo fenomeno fosse significativamente presente nelle scuole), ora essi stessi hanno dovuto e potuto riacquistare il proprio ruolo di educatori insieme ai docenti.
Gli alunni hanno compreso l’enorme impegno sociale del fare scuola; forse loro, e tutti noi, abbiamo perso in spensieratezza. Abbiamo però guadagnato in responsabilità.
Tutta la comunità sul territorio ha osservato le azioni messe in campo e apprezzato la dedizione e la passione, la professionalità e la costanza, che gli uffici di segreteria, per la definizione degli accessi ai dispositivi, i docenti, e tutto il personale scolastico senza alcuna distinzione hanno profuso per gli alunni, nostro futuro.
Una crescita innovativa, inclusiva e intelligente, ma come?
Vorrei aggiungere, a questo punto, un interrogativo personale, oltre che professionale, che mi sono posto con particolare insistenza in queste settimane: come far sì che la Scuola fosse al contempo bella e buona?
Per riprendere gli obiettivi dell’Istituto, come far sì che ci fosse crescita innovativa, inclusiva e intelligente anche in questi tempi difficili di sospensione delle attività didattiche?
Per una scuola “bella” ci siamo rimboccati le maniche e attivato la DaD, fornendo i dispositivi agli alunni, intensificando la formazione, coordinando, tramite gli organi collegiali, il lavoro dei singoli e dei gruppi di docenti.
Ma per una scuola “buona” o, ancora meglio, affinché nessuno resti indietro, cosa si è fatto? I dispositivi elettronici consentono, a chi ha difficoltà di avviarsi, e insieme a tutti gli altri alunni, sulla strada indicata; ma questo risolve, o tenta di risolvere, solo in parte il problema.
Gli alunni diversamente abili, con piani didattici personalizzati, soprattutto nelle situazioni di programmazioni differenziate, che hanno bisogno di una didattica fisica, di presenza, per correre, abbracciarsi, toccare, resteranno indietro? Nell’Istituto abbiamo avviato un protocollo con tutti i docenti di sostegno che permettesse di raggiungere tutti gli alunni, se non tramite piattaforma con tutti i sistemi possibili, messaggistica, chat. Ma, soprattutto, i docenti hanno avviato una didattica fatta di ‘presenza’ costante e giornaliera che diventasse il momento della giornata che i nostri bimbi aspettano per poter continuare ad apprendere. E anche in questo caso abbiamo ottenuto risultati lusinghieri, con i bambini che mostrano entusiasmo e felicità, continuano nei progressi condivisi con le famiglie, tanto da ricevere le attenzioni della carta stampata (Repubblica, edizione Bari).
Conclusioni
Sintetizzando il tutto, la Scuola, con la sua Didattica a Distanza, si sta comportando come un genitore (DaD – papà) che sta dando agli alunni, alle famiglie, alla società intera, tutto il suo amore.
Inoltre, From DaD with love (che richiama il celebre film di 007 “From Russia with love”) è anche la storia di un viaggio, e mi piace ricordare qui che nel film, la bond girl di turno scrive questo messaggio su una cartolina mentre è su un treno in viaggio.
La Scuola, non solo la scuola che dirigo, ma tutta la Scuola, in tutto il mondo, ha intrapreso un viaggio. Dove sta andando? E dove arriveremo?
Il mio è uno sguardo ottimista per il futuro. Proverò a descrivervi prossimamente i feedback della DaD, dagli studenti, dalle famiglie e dai docenti, per ottenere una reale inclusione con la DaD.