Incontro con l'autrice Roberta Gatani - 4 marzo 2024

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Grazie Roberta!

 Un grande lezione di coerenza, forza, legalità e ricerca instancabile della verità quella che Roberta Gatani ha tenuto nell’ atrio della sede centrale del nostro Istituto, stracolmo di studenti, famiglie, docenti e interessati, lunedì 4 marzo, alla sera. 

L’autrice di “Cinquantasette giorni. Ti porto con me alla casa di Paolo”, nipote di Salvatore e Paolo Borsellino, ha raccontato ai presenti in prima persona, insieme a Salvatore Borsellino collegato a distanza, i giorni che separarono la strage di Capaci da quella di Via d’Amelio. Giorni difficili, duri e di solitudine per il Giudice Paolo Borsellino, pienamente consapevole del suo destino. 

“Il venerdì dissi a mio fratello di allontanarsi dal Palermo. Paolo ti uccideranno. Ma non mi ha ascoltato e domenica c’è stata l’esplosione”, ha detto Salvatore Borsellino con voce rotta e commossa. “Ora nel buco creato dalla detonazione nostra madre ha voluto mettere un olivo, che vien dalla Terra Santa. Perché non sia più un luogo di morte”.

Dopo i saluti iniziali del Dirigente Scolastico, prof.ssa Silvana Sartori, e di Paolo Ambrosini, della Libreria Bonturi, con la cui collaborazione è stato possibile organizzare l’importante incontro, Roberta ha risposto con generosità e sincerità alle domande degli studenti di 4Eb  (Luca Danzi, Alessia Demontis, Lucrezia Lonardi, Asia Maistri, Christian Marchetto, Benedetta Torre) e di 4 Di  (Davide Albi,Federico Brunelli, Julia Lech, Nabil Moutaoukil,) che, guidati dai loro docenti di lettere, avendo letto il libro, hanno preparato la lettura di brevi passi e l’intervista. 

Forte l‘emozione in sala per le parole verità e giustizia per Paolo Borsellino, più volte ripetute da Roberta e dallo zio. 

Oggi Roberta, ha fatto di quel dolore, una sorgente di vita e di impegno fondando la Casa di Paolo, un’associazione che accoglie e aiuta i bambini di Palermo, grazie a educatori tutti volontari, proprio   nel quartiere della Kalsa, luogo di origine di entrambi gli eroi vittime di mafia, Falcone e Borsellino.

Le storie di Giuseppe, che ha fatto a botte con un detenuto per difendere l’onore di Borsellino; di Gaspare, che ha pensato che la galera fosse meglio della vita che stava facendo; di Alessio, che uscito dal carcere è emigrato in cerca di onestà e libertà; di Ciccio, che non ha mai conosciuto il padre e ne sente il vuoto; di Vito che la notte va a raccogliere il ferro con il padre appena uscito dal carcere; di Luca, che a sette anni è già l’uomo di casa perché il padre si trova in carcere; di Mimmo…hanno commosso e coinvolto gli studenti durante la lettura del libro.

Alla domanda: “Perché Paolo Borsellino non è fuggito?”. Una risposta sorprendente nella sua disarmante semplicità e forza: “Per amore! La vita di mio zio è stata un atto di amore verso la città di Palermo che lo ha generato. Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli sono stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo, ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare alle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene”.

Nonostante l’argomento non fosse per nulla facile, le parole più ricorrenti della serata sono state appunto amore e ottimismo che Paolo Borsellino nutriva nei confronti dei giovani e che Roberta, in un ideale passaggio di testimone confermato anche dallo zio Salvatore, ha deciso di portare avanti con grande forza e determinazione.

Il saluto finale ai ragazzi è stato: “Vi aspetto alla casa di Paolo!”

In effetti nei giorni 22- 23-24 maggio prossimi gli studenti delle classi 4Eb e 4Di partiranno proprio per il Viaggio della legalità a Palermo e hanno già chiesto da fare una tappa dai bambini della Casa di Paolo.

 

Grazie Roberta! 

 I docenti referenti

Prof. Matteo Baldo

Prof.ssa Paola Guerra

Prof.ssa Marina Persegato